
Millie Bobby Brown, giovanissima star del cinema e delle serie tv grazie al ruolo di “Undici” in Stranger Things, è finita al centro di un interessante dibattito social.
Intervistata da Vanity Fair, l’attrice ha infatti dichiarato che: “Finn Wolfhard (cioè Mike in “Stranger Things”, ndr.) è un pessimo baciatore e le sue capacità non sono migliorate per niente.”
Una battuta infelice che ha indignato i social e che segue la gaffe di pochi giorni prima, stavolta con protagonista Britney Spears: la Bobby Brown ha detto che sogna di interpretare la cantante in un eventuale biopic, ma la Spears le ha risposto piccatissima che essendo lei viva e vegeta di biopic non ha senso parlarne!
Considerato che, forse, “Undici” deve pensare un po’ di più prima di lasciarsi andare con la stampa, a far indignare il web è il fatto che la sua esternazione non solo sia maleducata e dispregiativa (per qualcuno ai limiti del bullismo), ma vada in netto contrasto con l’intero senso morale di “Stranger Things”.
Riflettiamoci: la serie dei fratelli Duffer, fenomeno mondiale grazie a Netflix, ricalca il tema caro a Stephen King di riabilitare i bullizzati, i fragili, gli “sfigati” mettendo nelle loro mani le sorti del mondo e l’intera lotta tra il Bene e il Male.
“Undici”, infatti, è una ragazza taciturna e piena di traumi che scopre di avere enormi poteri sovrannaturali e che entra in un gruppetto di amici ai margini della popolarità: Mike è un ragazzino magro e bruttino, ma pieno di coraggio; Dustin ha difetti di pronuncia che ne accentuano però la simpatia; Will è un ragazzo dolce e sensibile, forse omosessuale, perennemente bullizzato e, infine, Lucas è un giovane ragazzo di colore un po’ emarginato, ma abile nello sport.
Allora, si chiedono in tanti sul web: com’è possibile lavorare a un progetto che per anni mette in luce la forza dei fragili ed interpretare una ragazza che da bullizzata diventa la salvezza del mondo e cadere su una battuta offensiva di questo tipo?
Non penso l’attrice volesse ferire l’amico e collega né tantomeno bullizzarlo, ma per un attore che sta diventando in qualche modo l’icona del “brutto” e dello “sfigato” essere additato nel mondo come un ragazzo anche incapace di baciare potrebbe davvero fare male, specialmente in un ambiente tossico come Hollywood.
Forse la Brown è solo troppo sincera e ingenua, ma dovrebbe comunque ricordarsi che i messaggi positivi che mandano certi film e certe serie tv non sono solo per il pubblico, ma andrebbero assorbiti anche e soprattutto da chi incarna quei personaggi.
Mattia Gelosa
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