Scuola: viaggi della memoria, Liliana Segre fa un appello ai ragazzi.

In questi giorni sta passando all’esame della Camera dei Deputati un disegno di legge che prevede 5 milioni di euro di fondi extra per le scuole. Tali fondi andrebbero ad incentivare l’organizzazione di viaggi della memoria nei campi di concentramento nazisti e sarebbero rivolti, in particolare, agli istituti superiori.

La senatrice a vita Liliana Segre, pur condividendo l’idea di fondo del disegno di legge, è intervenuta lanciando un appello ai ragazzi che si recano a visitare i lager: “Ci si dovrebbe andare avendo saltato, non so, la colazione del mattino, avendo un pochino voglia di mangiare. E a volte questi ragazzi con i selfie, io prego e imploro: andate a Lucca, a Gallipoli, in montagna, ad Auschwitz non si fa la gita. Si va silenziosi, come quando il 2 novembre una famiglia affezionata ai suoi morti va al cimitero”.
La Segre si riferisce, in particolare, alle immagini di molti turisti che vengono ritratti mentre si fanno selfie, mangiano gelati o ascoltano la musica durante le visite ai campi di concentramento.

La nostra perplessità, però, è un’altra: i ragazzi ormai fanno pochissime uscite didattiche e queste sono occasioni di svago, siamo sicuri che riescano ad avere il giusto spirito e il giusto approccio per visite così impegnative?
Noi non sappiamo rispondere, ma ci siamo fatti aiutare dal nostro amico docente, quel D. che ci aveva già parlato del problema dei cellulari e del cyberbullismo a scuola (leggi qui l’articolo).

Cosa pensi della questione? I ragazzi in gita saprebbero approcciarsi in modo giusto a una visita ad un lager?
D: “Per i ragazzi andare in gita insieme è comunque un’occasione di svago maggiore rispetto alla normale vita scolastica, un evento stra-ordinario – ormai si va in gita una volta all’anno!- in cui possono stare insieme ai compagni/amici per tanto tempo, in cui si sentono più liberi rispetto alle normali giornate a scuola… Perciò, anche se preparati bene, credo facciano più fatica a entrare nel campo di concentramento con lo spirito giusto. Però la mia è solo un’ipotesi, io in un campo di concentramento non ce li ho mai portati!”

Pensi che sia il tema in sè a non interessare? Specialmente i più giovani, che magari non riescono ad avere piena consapevolezza di quello che è successo, sempre che sia possibile averla senza aver vissuto quegli orrori…
D: “Ti dirò, in realtà no. Nella mia esperienza, qualsiasi iniziativa si sia fatta (film, testimonianze, uscite didattiche) i ragazzi sono sempre stati molto colpiti e attenti e hanno fatto molte domande, soprattutto alle medie. La cosa che ha avuto più successo è stata la proiezione di una videotestimonianza di Liliana Segre in una seconda media quattro anni fa. Anche se è famosa, in pochi l’avevano davvero sentita parlare, se non durante iniziative scolastiche. Sono rimasti tutti in silenzio ad ascoltare e alla fine mi hanno sommerso di domande. Li ha colpiti tantissimo! Forse alle superiori hanno bisogno di qualche stimolo in più di un semplice filmato, però l’argomento fa presa.
Ad esempio, le visite al Binario 21 di Milano sono sempre un successo, ma impegnano un’oretta e poi consentono ai ragazzi di avere altri momenti di svago durante la giornata.”

Insomma, una visita non proprio a misura di giovani, pensiamo noi, ma tutto dipende dalla persona. Perchè anche la regina d’Olanda che ha visitato Auschwitz con indosso una lussuosa pelliccia forse due parole con Liliana Segre dovrebbe scambiarle!

Mattia Gelosa

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