Proiezione 180: la bellezza della “snormalità”

Oggi intervistiamo Valentina Selini, arteterapeuta e fondatrice dell’associazione di promozione sociale Proiezione180 di Monza.

Ciao Valentina e grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo, che so che è sempre molto ricco. Allora, innanzitutto, presentati tu e presentaci il progetto di Proiezione 180.
V: ” Ciao Mattia e grazie a voi! Io sono Valentina Selini, sono una arteterapeuta e lavoro soprattutto nel campo della salute mentale e della disabilità. Proiezione180 è una piccola associazione di promozione sociale con sede a Monza e che si occupa di inclusione e lotta allo stigma. I nostri strumenti privilegiati sono l’ arte e la creatività e in generale ciò che può aggregare e far socializzare al di là di luoghi comuni ed etichette.”

Tra le tue pagine social si legge spesso il concetto della “snormalità”. Ci spieghi bene di cosa si tratta?
V: “Il concetto di snormalità è quello che considera che siamo tutti sulla stessa barca, fragili, confusi, delicati. Che ci possiamo e dobbiamo riconoscerci molto più simili di quello che crediamo. La normalità non esiste: è un concetto che crea più danni, falsi miti, e stigmatizzazioni che altro. Se come diceva Basaglia ‘da vicino nessuno è normale‘…Possiamo dire che da vicino conoscendoci siamo tutti snormali. L’idea di utilizzare questa parola nasce da un racconto di Gianni Rodari: il paese con la S davanti.”

Ecco, i giovani di oggi sembrano avere spesso perso la bussola. Sono spaesati, pieni di ansie, paure, dubbi sul futuro. Una delle vostre attività è legata all’arteterapia. Funziona davvero o è un po’ un vezzo – te lo dico ironicamente – da radical chic?
V: “L’ arteterapia mette al centro la persona e la sua soggettività, si basa sulle risorse e non sui limiti, dà spazio a vissuti ed emozioni che possono uscire e manifestarsi attraverso un lavo creativo condiviso. Niente di più giocato alla pari, dal basso, senza utilitarsimi o coercizione…Si sceglie e si pratica insieme. Apparentemente è un di più perchè siamo in una società che vede solo il profitto e il controllo sociale, ma in realtà funziona davvero, perché le persone si sentono libere, non giudicate, coinvolte e “viste” . La creatività c’è in ciascuno di noi: è la nostra parte viva e vivace, di germinazione e rivoluzionaria.”

Voi lavorate soprattutto su Monza. Come vedete la città da dentro? Perchè a me, da fuori, sembra sempre un po’ come quei piccoli uccellini dei documentari che tentano di fare il primo volo, ma non sono ancora pronti. Monza ha un patrimonio artistico, un nome e ora anche una squadra di calcio di rilevanza almeno nazionale, ma poi arrivandoci si respira ancora aria di provincia. Non ti sembra?
V: “Io vivo a Monza da sempre, le voglio bene, ma è una costante delusione…Siamo indietro anni luce. Molto provinciale, quasi totalmente guidata dall economia e dal commercio. Poca arte, poca visione sociale, poca aggregazione…Si, Monza purtroppo è fighetta!”

Tante volte, quando uno si dichiara un artista professionista gli si chiede se viva di quello. Come se l’arte non fosse un lavoro. Avete mai la sensazione che le vostre attività siano percepite come poco utili alla società? Quali sono gli aspetti più difficili del vostro lavoro da far comprendere alle persone?
V: “Anche se con il passare del tempo sono stati fatti molti passi avanti, è sempre difficile far capire il valore di quello che facciamo, ma questo non fa altro che accomunarci ai nostri “clienti” troppo spesso sottovalutati e snobbati. Vogliamo portare insieme una nuova visione di possibile star bene attraverso il fare e il creare insieme…Per questo bisogna cambiare pensieri e azioni di cura di riabilitazione, ma soprattutto di vita.”

Passiamo al tasto dolente di tutto il mondo dell’arte e del sociale…I soldi! Come vi finanziate? La Regione – anche tramite il PNRR – sta offrendo qualche possibilità in più a che dedica il suo tempo all’altro?
V: “Ci finanziamo partecipando a piccoli bandi o proponendo attività a prezzi molto popolari. Pero, come persone, noi facciamo tutti altri lavori per sopravvivere, questo non è il nostro unico progetto.
Io faccio l’ arteterapeuta in diversi posti e per diversi enti e la mia socia Mariella Girtanner, che è sociologa, ora sta insegnando.”

Diamo un consiglio ai ragazzi che ci seguono: puoi consigliare loro un’opera d’arte, un luogo, un monumento qui in Brianza che devono assolutamente vedere e perché?
V:
“La cosa che posso dire ai ragazzi è di guardare tutto uscire tanto visitare mostre non chiudersi in casa e non credersi istruiti se si va bene a scuola.”

Ringrazio Valentina per il tempo che ci ha dedicato e mi sento di concludere con una nota proprio sui giovani e su Monza: una città vive grazie anche alla spinta che arriva da voi. Proponetevi, cercate spazi per esibirvi, per mostrare le vostre opere, per dialogare tra di voi. Create delle comunità.
Se avete delle idee e fate fatica a raccontarle o a concretizzarle, sapete già a chi rivolgervi, vero?
La nostra mail è collettivo.cpdl@gmail.com e siamo qui anche per voi. Magari riusciremo a costruire un evento unico proprio insieme a voi e con l’aiuto di Proiezione 180!

Mattia Gelosa

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